Kokokara: i tantanmen che riscrivono le regole
Tra i piccoli locali di Sangenjaya, Kokokara è un nome che risuona tra gli intenditori. Qui si servono i migliori tantanmen di Tokyo, una variante speziata e cremosa del ramen. La particolarità? La doppia proposta: con brodo o “dry”, cioè asciutti, entrambi preparati con ingredienti selezionatissimi e una tecnica impeccabile.
Il brodo è un equilibrio perfetto tra piccantezza, sesamo e profondità umami, mentre la versione asciutta si esprime in una sinfonia di texture e intensità. L’ambiente minimal, curato nei dettagli, riflette la filosofia del locale: semplicità solo apparente, perché tutto è pensato con rigore quasi zen.
Lovel: un viaggio nella prefettura di Chiba, in chiave contemporanea
Un ramen raro, difficile da trovare altrove a Tokyo: lo stile Takeotaka, originario della prefettura di Chiba, è il protagonista da Lovel, un piccolo ristorante che unisce territorio e innovazione. Il brodo limpido ma profondo, i topping sobri, i noodles elastici e aromatici raccontano una storia diversa: quella di una tradizione locale riscoperta e valorizzata.
Perfetto per chi cerca qualcosa di alternativo ai soliti tonkotsu o shoyu, Lovel è una tappa obbligata per i palati più curiosi. Il design del locale, moderno ma con richiami rustici, completa l’esperienza sensoriale.
Rairairai: Champon dal cuore di Nagasaki
Concludiamo il percorso con una nota fusion: il Nagasaki Champon di Rairairai, un ramen ispirato alla cucina cinese, nato nella storica città portuale di Nagasaki. Brodo ricco e lattiginoso, noodles spessi, verdure croccanti, frutti di mare e carne in un unico, generoso piatto. Rairairai porta questa tradizione a Tokyo reinterpretandola con equilibrio e cura.
Il risultato è un piatto confortevole, complesso e profondamente soddisfacente: un’esperienza che racconta l’anima multiculturale del Giappone attraverso il gusto.