Ogni mattina, il cane accompagnava il padrone alla stazione ferroviaria, dove prendeva il treno per recarsi all’università di Tokyo dove insegnava. Hachiko si sedeva fuori dalla stazione e aspettava paziente il suo ritorno. Questa felice routine venne interrotta un anno dopo, quando Ueno morì improvvisamente al lavoro colpito da un ictus. Ciò nonostante ogni giorno il cane continuò ad andare alla stazione, nella speranza di rincontrare l’amato padrone, per ben 10 anni.
Hachiko divenne così il cane più famoso del Giappone, simbolo di fedeltà e amore assoluto. Morì a 11 anni l’8 Marzo del 1935; la notizia fece il giro del Paese e venne dichiarato un giorno di lutto nazionale per ricordarlo. Inoltre, da allora ogni 8 marzo viene organizzata una cerimonia in sua memoria.
Il corpo del cane venne preservato ed esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza, salvo alcune ossa che furono sepolte accanto alla tomba del professor Ueno.

A Shibuya, cuore pulsante di Tokyo, si trova la statua dedicata ad Hachiko. La scultura in bronzo originale però, realizzata nel 1934 dall’artista Teru Ando, è andata persa durante la Seconda Guerra Mondiale, e adesso al suo posto vi è una copia fedele, opera proprio del figlio dello scultore.
Altre statue dedicate ad Hachiko si trovano a Odate e all’Università di Tokyo, quest’ultima raffigurante cane e padrone riuniti.
Il cane è diventato una figura leggendaria per la sua fedeltà e devozione al padrone, simbolo dell’amore incondizionato che i cani nutrono per i loro amici umani.
Da qualche tempo però Hachiko non è più solo: infatti ai piedi della statua principale della stazione di Shibuya, tutti i giorni si rannicchia un gatto. Il micio appartiene a un uomo di Tokorazawa, che ogni volta lo lascia circa un’ora sotto la statua, in modo da dare conforto alle persone.