Lo Shintoismo è un vero e proprio culto politeista, in cui si venera un pantheon di “Kami” (Dei), sviluppato quando il Giappone era ancora una terra abitata da contadini e coltivatori semi-nomadi: da qui il viscerale legame con la natura. Nelle cerimonie più importanti vengono fatte offerte di riso, sakè, pesce, frutta e verdura alle varie divinità, spesso rappresentate da elementi naturali (alberi, fiumi, animali, montagne).
Il Buddhismo invece ha una storia diversa: nato in India, si è poi diffuso verso est, passando per la Cina, la penisola coreana e approdando, infine, tramite le missioni commerciali e culturali, in Giappone. È sempre stato considerato il culto al quale affidare la salvezza dell’anima per il “dopo vita terrena” e per eventuali successive reincarnazioni, concetti del tutto assenti nello Shintoismo. Importantissima è la figura dei bodhisattva, ovvero coloro che portano il dono della salvezza e dell’illuminazione agli altri esseri viventi.

Le differenze tra i due culti non riguardano solo le teorie, ma anche l’architettura dei templi e dei santuari. Quelli shintoisti si chiamano “Jinja” e sono caratterizzati da un’architettura tendenzialmente rigorosa e geometrica, e per lo più minimalista. La divinità o kami del luogo è custodita nell’honden, l’edificio principale del santuario a cui non possono accedere i profani (e anche i sacerdoti possono entrarci solo in determinate occasioni). Di fronte all’honden si trova l’haiden (o sala di preghiera) e di fronte a quest’ultima c’è una cassetta per le offerte con un gong e una lunga corda. I santuari scintoisti originari sono caratterizzati da colonne e pareti in legno, da pinnacoli a forcella che sporgono oltre la sommità del tetto e colonne libere. Più tardi, in seguito all’introduzione del Buddhismo, i santuari hanno assorbito elementi dell’architettura religiosa cinese.
In ogni luogo di culto shintoista è possibile acquistare talismani e amuleti in grado, secondo le credenze, di garantire una buona salute, fortuna sul lavoro, in amore, in affari.

A differenza dei santuari shintoisti, i templi buddhisti (“Tera” in giapponese) sono invece spesso molto colorati e ricchi di ornamenti a causa dell’influenza cinese e tibetana; al loro interno c’è sempre una pagoda che conserva le reliquie di Buddha: un elemento fondamentale per un tempio che si consideri buddhista.