L’ospitalità giapponese dei ryokan
Al vostro arrivo in un ryokan sarete accolti con un inchino da uno staff attento e discreto: si raccomanda di togliersi le scarpe all’ingresso e di indossare un paio di ciabatte fornite dalla struttura per camminare negli interni, seguendo i consigli dello staff, sempre disponibile per spiegarvi tutti i segreti di questa tipologia di alloggio. I ryokan dispongono di grandi camere senza pareti divisorie, il cui pavimento è ricoperto di tatami tradizionali realizzati in paglia di riso. Il mobilio è essenziale e costituito da un tavolo basso e porte scorrevoli, gli shoji. Qui si dorme sui futon, simili a materassi in fibra di riso, si indossa lo yukata, un kimono informale di cotone da utilizzare negli spazi interni, e si fa il bagno in una vasca comune, di cui uomini e donne usufruiscono separatamente.
La colazione in ryokan, spesso servita in camera, consiste in tanti piccoli piatti della tradizione giapponese, come zuppa di miso, riso, pesce grigliato, sottaceti e alghe essiccate. La cena, invece, è più ricca, e può includere fino a sette o otto portate: si inizia con una serie di antipasti, per poi continuare con del sashimi (pesce crudo tagliato a fette), del pesce cotto e/o un piatto di carne, del tofu, sottaceti, riso e frutta. Gli ingredienti utilizzati sono sempre di stagione, e ogni giorno potrete assaggiare piatti diversi per assaporare tutte le sfumature della cucina giapponese più tradizionale, spesso poco conosciuta a livello internazionale.
La tradizione degli onsen
Una delle esperienze più particolari da provare durante un viaggio in Giappone è l’antica tradizione dei bagni termali, chiamati onsen. Sono molto diffusi in tutto il Paese, data l’elevata attività vulcanica del territorio: possono essere all’aperto o al chiuso, pubblici o privati. Sono generalmente collocati in zone rurali e rappresentano una vera istituzione per coppie, famiglie o gruppi di amici in cerca di relax, nonché un’esperienza unica per i viaggiatori. Gli onsen utilizzano l’acqua calda proveniente da sorgenti geotermiche, che vanta proprietà curative grazie al suo contenuto minerale. Fino al periodo Meiji uomini e donne facevano il bagno insieme; alcuni bagni misti si possono ancora trovare nelle aree rurali.
Dalla spiccata importanza culturale, gli onsen nascono da un’antica usanza locale, secondo cui farsi il bagno in queste acque significava “ripulire sia il corpo che il cuore”. A partire dall’VIII secolo, inoltre, furono protagonisti di una credenza popolare secondo cui si pensava che farsi un bagno nell’acqua calda degli onsen potesse togliere sette malattie e regalare sette fortune, una credenza derivata dagli effettivi poteri curativi delle acque termali.
Ancora oggi negli onsen è necessario rispettare alcune rigide regole:
- Lavarsi e risciacquarsi accuratamente prima di entrare nelle vasche: immergersi sporchi o ricoperti di sapone è ritenuta maleducazione;
- Non è permesso indossare il costume da bagno o l’intimo in base alla radicata convinzione che tutto ciò che non sia il corpo nudo sporchi l’acqua;
- Non è consentito lavare i propri vestiti;
- Si può fare la doccia solo da seduti e bisogna spegnerla mentre ci si insapona.