L’incanto di Okinawa

A più di 1.500 chilometri da Tokyo, Okinawa è un mosaico di isole che si estende per oltre mille chilometri, tra cui spiccano le isole principali come Okinawa-hontō, Miyako e Yaeyama. Ciascuna offre un’esperienza diversa, ma tutte raccontano la stessa storia: quella di un luogo dove la natura è protagonista, il tempo sembra rallentare, e l’accoglienza è un’arte antica.

L’isola principale, Okinawa-hontō, è il cuore culturale dell’arcipelago. A Naha, la capitale, si passeggia lungo la vivace Kokusai-dōri, tra mercati tradizionali e botteghe di ceramica Ryukyu, mentre il castello di Shuri, patrimonio UNESCO, racconta la storia di un regno indipendente, fiorito prima dell’unificazione con il Giappone. Le spiagge come quella di Emerald Beach o Cape Maeda sono solo l’inizio: l’entroterra offre foreste subtropicali, villaggi di pescatori e antichi siti sacri avvolti dal mistero.

Proseguendo verso sud, Miyakojima accoglie con le sue acque cristalline e le distese coralline che fanno la gioia di chi ama lo snorkeling o semplicemente il dolce far niente su spiagge come Yonaha Maehama, una delle più belle dell’Asia. Qui la vita scorre al ritmo del sole, tra resort raffinati, piccoli caffè affacciati sul mare e tramonti che lasciano senza fiato.

E poi ci sono le Yaeyama, le isole più remote, selvagge e autentiche. Ishigaki è il punto di partenza ideale: un’isola viva, con ottima cucina locale – non perdete il manzo di Ishigaki – e accesso facile alle meraviglie dell’arcipelago. Da qui si raggiungono Taketomi, con le sue stradine di sabbia bianca e le case tradizionali dal tetto di tegole rosse, o Iriomote, coperta per il 90% da giungla e mangrovie, dove la natura regna sovrana e si può navigare lungo fiumi lenti e silenziosi o fare escursioni tra cascate e grotte.

Il vero lusso di Okinawa è nella possibilità di rallentare, di riconnettersi con se stessi e con l’ambiente. È nel pescato del giorno servito crudo con un tocco di lime, nel suono delle onde che accompagna la notte, nei sorrisi aperti degli abitanti.

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Tottori e dintorni, tra dune, castelli e onsen

Uno dei simboli di questo volto più segreto del Paese del Sol Levante è il Castello di Himeji, tappa imperdibile per chi si sposta da Kyoto verso la costa del Mar del Giappone. Considerato uno dei più belli e meglio conservati del Paese, il castello – conosciuto anche come “Airone Bianco” per la sua elegante struttura – è circondato dal giardino Koko-en, un’oasi di quiete dove iniziare il viaggio con lo spirito giusto.

Proseguendo verso ovest, il paesaggio urbano lascia lentamente spazio a colline, risaie e piccoli villaggi: è qui che si arriva a Tottori, una città che sorprende per la sua atmosfera rilassata e il legame profondo con la natura. Tottori è famosa soprattutto per un fenomeno naturale unico nel suo genere: le sue dune di sabbia, modellate dal vento nel corso di migliaia di anni. Questo paesaggio quasi desertico, affacciato sul mare, offre la possibilità di vivere esperienze insolite come il sandboarding, passeggiate panoramiche o anche un giro a dorso di cammello. Poco distante, il Museo della Sabbia incanta con le sue imponenti sculture realizzate da artisti internazionali, capaci di trasformare un materiale effimero in opere d’arte mozzafiato.

Le dune di Tottori

Chi desidera approfondire il legame tra cultura e paesaggio può salire al Monte Kyushozan o esplorare le rovine del Castello di Tottori, da cui si apre una splendida vista sulla città. E dopo una giornata all’aria aperta, non c’è niente di meglio di  una cena a base di pesce fresco o, in inverno, di granchio Matsuba, uno dei prodotti più pregiati della zona.

Il viaggio nella regione continua verso Kurayoshi, cittadina storica caratterizzata da edifici bianchi e magazzini in legno con tegole rosse, perfettamente conservati nel quartiere tradizionale di Shirakabe Dozogun. Passeggiare tra le sue vie è come fare un tuffo nel passato, tra botteghe artigiane, caffè silenziosi e scorci pittoreschi. Da qui, è facile raggiungere Misasa Onsen, una delle località termali più affascinanti della prefettura, famosa per le sue acque contenenti una naturale e leggera radioattività, considerate benefiche per il corpo. Trascorrere qualche ora – o un’intera notte – in un ryokan tradizionale, tra bagni caldi e tatami, è uno dei modi migliori per assaporare la filosofia del benessere giapponese.

Anche prima di rientrare verso Kyoto, Tottori regala ancora momenti speciali: una visita al museo della prefettura, un giro nei negozi di artigianato per acquistare ceramiche locali o dolci a base di pera nashi, uno dei frutti simbolo del territorio.

Viaggiare attraverso Tottori e i suoi dintorni significa allontanarsi dalla frenesia e riscoprire un Giappone più intimo, fatto di paesaggi sorprendenti, accoglienza calorosa e tesori nascosti. Un invito a rallentare, ad ascoltare e a lasciarsi meravigliare.

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Alla scoperta della Penisola di Noto

Tutto inizia a Kanazawa, raffinata e vibrante, con i suoi giardini secolari e i vicoli silenziosi del quartiere delle geishe. Ma è una volta lasciata la città che inizia la vera magia. La strada si snoda verso nord lungo la baia di Nanao, regalando scorci di villaggi di pescatori, porticcioli sonnolenti e ristoranti dove il pescato del giorno arriva ancora fumante sul piatto. È il preludio alla quiete profonda che si incontra a Wajima, culla dell’artigianato della lacca e del celebre mercato del mattino, dove la gente del posto vende il proprio sapere, con un sorriso e una tazza di tè.

Proseguendo lungo la costa occidentale, si attraversa uno dei tratti più scenografici dell’intero Paese: la Okunoto Coast.Scogliere a picco, grotte marine, mille risaie che disegnano il paesaggio come un’opera d’arte vivente. Le Senmaida, con le loro terrazze affacciate sul mare, tolgono il fiato, soprattutto al tramonto. E poi Cape Suzu, il punto più settentrionale della penisola che si apre sul mare, e Mitsukejima, una grande roccia che emerge dalle acque e richiama molte leggende locali.

La fioritura dei ciliegi a Kanazawa

La costa orientale della penisola racconta un’altra storia: quella della spiritualità e del silenzio. Santuari nascosti nel verde, isole raggiungibili con piccoli ponti, come Notojima, dove ci si può fermare per un bagno caldo in un onsen affacciato sul mare. La tappa a Wakura Onsen è un abbraccio finale: il comfort elegante dei ryokan, il profumo della cucina kaiseki, il vapore che si solleva dalle acque marine.

Rientrando a Kanazawa, con una breve sosta lungo il tragitto a Nanao per visitare il tempio Myojo-ji o semplicemente godersi una pausa caffè vista mare, si conclude il viaggio tra le vie eleganti e storiche della città, magari con una cena a base di sushi locale.

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Toyama, Fukui ed Eiheiji

Toyama, spesso trascurata dalle rotte più battute, accoglie con la sobrietà elegante delle città che si svelano piano. Le cime innevate delle Alpi giapponesi fanno da sfondo a una passeggiata nel Parco del Castello, mentre l’antico quartiere di Iwase, con le sue case mercantili in legno e l’atmosfera da epoca Edo, regala suggestioni d’altri tempi. A mezzogiorno, l’appuntamento è con il Toyama Bay Sushi, che celebra il mare e la freschezza del pescato in combinazioni delicate e raffinate. E poi si parte per le montagne.

Unazuki Onsen è più di una semplice stazione termale: è una porta verso la bellezza incontaminata della gola di Kurobe. Anche senza salire sulla famosa Kurobe Gorge Railway, basta una passeggiata tra i ponti sospesi e i ruscelli per sentirsi parte del paesaggio. La notte in ryokan, tra acque termali fumanti e una cena kaiseki dai sapori stagionali, è una carezza lenta e rigenerante.

Le montagne di Toyama

Il viaggio prosegue verso Fukui, e da lì ci si addentra tra i boschi fino a Eiheiji, uno dei templi zen più importanti del Giappone. Il tempio, fondato dal maestro Dōgen nel XIII secolo, non è un luogo da ammirare ma da vivere. Lo shukubō, il pernottamento all’interno del tempio, è un rito in sé. Si viene accolti con semplicità, si indossa l’abito del pellegrino e si partecipa a una sessione di zazen, la meditazione seduta. La cena shōjin ryōri, rigorosamente vegetariana, viene consumata in silenzio, seguendo una ritualità che riconnette mente e corpo.

La notte è essenziale: un futon, il profumo del tatami e il suono della foresta. Ma è all’alba che l’esperienza zen si rivela appieno. La cerimonia del mattino, tra canti di sutra e movimenti rituali, è un invito a lasciare andare ogni distrazione e ascoltare ciò che davvero conta. Camminare nel tempio, tra i corridoi in legno e i cedri secolari, è come attraversare il cuore stesso del Giappone spirituale.

Prima del ritorno, c’è spazio per un’ultima parentesi di benessere: Awara Onsen, poco distante da Fukui, è perfetta per un bagno caldo e un pranzo leggero, avvolti ancora una volta dal ritmo lento di questo viaggio.

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La penisola di Ise-Shima on the road 

Il viaggio comincia a Nagoya, vivace città da cui, con poco più di due ore di guida tranquilla, si raggiunge Ise, cuore spirituale del Giappone. Qui sorge l’Ise Jingū, il più venerato tra i santuari shintoisti. Il Gekū e il Naikū, immersi in una foresta sacra, trasmettono una sensazione di rispetto profondo per la natura e il divino. I sentieri di ghiaia, le torri in legno grezzo e il silenzio ovattato rendono la visita un’esperienza quasi mistica. Dopo la visita, il quartiere di Okage Yokocho invita a passeggiare tra botteghe e case tradizionali, degustando prelibatezze locali come i mochi alla griglia e il pesce essiccato. La notte in un ryokan con onsen, magari affacciato sul mare o incastonato nel verde del Parco di Ise-Shima, suggella la giornata con un bagno caldo sotto le stelle.

Il Castello di Nagoya

Proseguendo verso Toba, l’auto si trasforma in una chiave d’accesso a un mondo meno conosciuto: fari solitari come quello di Anorisaki, belvederi panoramici come Daiozaki, o santuari dimenticati che punteggiano le colline. A Mikimoto Pearl Island, si entra in contatto con le ama, le leggendarie pescatrici di perle, simbolo di una tradizione millenaria e di una forza femminile straordinaria. E poi la costa di Matoya, con i suoi allevamenti di ostriche e la vita che scorre lenta tra le onde e le reti da pesca. Dormire a Toba o nella più tranquilla Shima significa addormentarsi con il suono del mare e svegliarsi con la luce dorata dell’alba.

A Kashikojima, cuore della baia di Ago, si scopre un arcipelago silenzioso, perfetto per una mini-crociera tra le isole o per un pranzo intimo in una capanna ama, dove il pescato del giorno viene cucinato secondo tradizione, tra risate sincere e racconti antichi. Le strade minori invitano a rallentare ancora di più, attraversando villaggi dimenticati e scorci di costa che sembrano dipinti.

Il rientro verso Nagoya non è una semplice traversata, ma un ultimo regalo. Una sosta a Sakakibara Onsen, tra le colline, offre un momento di rigenerazione nelle sue acque terapeutiche. Chi ha tempo può fermarsi anche a Matsusaka, patria di una delle carni wagyu più pregiate del Giappone, e passeggiare tra i quartieri dei vecchi samurai.

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Shikoku in libertà

Shikoku è la terra del pellegrinaggio degli 88 templi, dei ponti sospesi nella Valle di Iya, dei castelli che dominano piccole città portuali e degli onsen avvolti dalla nebbia del mattino. Le sue strade sono curate, il traffico pressoché assente, e dietro ogni curva si cela un paesaggio che sorprende per grazia e semplicità. 

Il viaggio inizia a Takamatsu, elegante porta d’ingresso dell’isola, affacciata sul Mare Interno di Seto. Il Ritsurin Garden, con i suoi laghetti e i pini secolari modellati con maestria zen, invita alla contemplazione. Il soggiorno in un ryokan con onsen panoramico segna da subito il ritmo del viaggio: lento, profondo, rigenerante.

Poi la strada sale, si restringe, si addentra nella misteriosa Valle di Iya. Attraversare i ponti sospesi e scendere in funicolare fino alle acque termali dell’Hotel Iya Onsen è come varcare una soglia: qui inizia la parte più spirituale del viaggio, tra natura incontaminata e silenzi che parlano all’anima.

L’itinerario prosegue verso Kōchi, città viva e profumata di mare, dove il mercato Hirome pulsa di sapori locali e il katsuo no tataki, il tonnetto leggermente scottato, racconta la gastronomia autentica del luogo. Si dorme nel cuore della città, accolti da una moderna ospitalità giapponese, tra efficienza e discrezione.

Il Ritsurin Garden

Lungo la costa del Pacifico, il paesaggio si fa epico: scogliere, onde e piccole baie silenziose accompagnano fino a Uwajima, custode di un castello che domina la città e del tempio Taga.

A Matsuyama, la destinazione è l’antica Dōgo Onsen, una delle terme più antiche del Giappone. Immergersi in queste acque, tra legno consumato e vapori sospesi, è come sfiorare il tempo. Dopo un bagno rigenerante nelle storiche acque termali, si può esplorare il castello di Matsuyama, situato su una collina con vista sulla città. 

Poi Tokushima, terra di danzatori. Qui l’Awa Odori, la danza tradizionale, incanta con il suo ritmo antico. E il tempio Ryozenji, il primo del pellegrinaggio degli 88 templi di Shikoku, accoglie i pellegrini, ricordando che Shikoku è anche un’isola sacra, dove ogni passo può diventare meditazione.

Il viaggio si chiude tornando a Takamatsu, con una sosta ai celebri vortici di Naruto, dove la potenza dell’acqua racconta la forza misteriosa dell’isola. 

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Shikoku fuori dai sentieri battuti

Un traghetto conduce sull’isola di Shodoshima, famosa per la produzione di olive. È qui che si trovano le spettacolari 750 risaie terrazzate di Nakayama Senmaida, un paesaggio rurale mozzafiato che racconta storie di agricoltura, tradizione e resilienza. In un piccolo café del villaggio, il pranzo è un tributo alla cucina locale: hamburger di manzo alle olive o piatti a base di ortaggi biologici.

Il viaggio prosegue verso luoghi di spiritualità ancora poco conosciuti: il tempio montano di Nishinotaki, dove è possibile incontrare il monaco Kobayashi-san, percorrere una suggestiva grotta di preghiera e assistere a una cerimonia del fuoco che lascia il segno. A seguire, una visita alla storica fabbrica di salsa di soia Yamaroku svela i segreti di una delle eccellenze giapponesi più amate al mondo.

I panorami dell’isola di Shikoku

A metà pomeriggio, una sosta golosa da Minori Gelato offre gusti inaspettati – sake, zenzero e salsa di soia – in un gelato nato come installazione artistica per la Triennale dell’Arte di Setouchi.

Attraversando il Monte Tsurugi si raggiunge la Valle di Oku-Iya, un luogo che sembra sospeso nel tempo. Qui si trova un villaggio quasi disabitato, ripopolato da bambole a grandezza naturale: un’installazione toccante nata come risposta personale alla solitudine e allo spopolamento delle zone rurali.

Il viaggio prosegue tra mani in pasta e calore umano: imparare a preparare i soba noodles seguendo tecniche antiche, e gustarli appena fatti, è un’esperienza che unisce sapori e storie. La notte si trascorre in case coloniche tradizionali, restaurate con amore, dove le donne del villaggio preparano una cena con prodotti dei propri orti, cucinati con semplicità e passione.

L’itinerario culmina in uno dei templi buddhisti più spirituali e misteriosi di Shikoku, spesso avvolto dalla nebbia e protetto da alberi secolari. Un luogo che parla al cuore e invita alla riflessione.
Il viaggio si chiude con una passeggiata tra le meraviglie del Ritsurin Garden a Takamatsu, uno dei giardini tradizionali più raffinati del Paese.

Un’esperienza che unisce l’anima del Giappone antico al fascino delle sue bellezze nascoste. Per chi cerca un viaggio fuori dall’ordinario, tra spiritualità, natura, arte e incontri autentici.

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Setouchi: il Giappone che non vi aspettate

Se siete amanti dell’arte contemporanea, queste isole vi sembreranno un museo a cielo aperto. Il celebre Festival d’Arte di Setouchi, che si svolge ciclicamente in diverse stagioni, porta opere di artisti giapponesi e internazionali a dialogare con il paesaggio, trasformando villaggi e scorci costieri in esperienze visive e sensoriali. Anche al di fuori del periodo del festival, molte installazioni restano visibili tutto l’anno, regalando spunti di riflessione e bellezza a ogni passo.

Ma Setouchi non è solo arte: è anche il luogo ideale per chi cerca emozioni più intime e romantiche. A Shodoshima, una delle isole più grandi, vi attende la Angel Road, una lingua di sabbia che appare soltanto durante la bassa marea e che collega la spiaggia all’isolotto di Yoshima. Secondo una leggenda locale, attraversare questo sentiero con la persona amata porta fortuna e amore eterno. È un’esperienza da vivere mano nella mano, magari lasciando un messaggio scritto su un legnetto votivo da appendere all’albero dei desideri, per poi salire fino alla Collina delle Promesse e suonare insieme la campana che suggella i legami più profondi.

Shodoshima

Sempre a Shodoshima, un’atmosfera sorprendentemente mediterranea vi avvolgerà tra gli uliveti che si estendono nel Parco degli Ulivi, dove la coltivazione di olive – iniziata proprio qui per la prima volta in Giappone – ricorda i paesaggi del sud Europa. Passeggiando tra gli alberi, potrete scoprire prodotti locali come gelati, cosmetici e oli profumati, oppure concedervi un momento di puro relax nelle acque termali del Sun Olive Onsen, con vista sul mare e sul verde.

Setouchi è molto più di una destinazione: è un invito a rallentare, ad ascoltare il silenzio, a riempire gli occhi di bellezza e il cuore di ispirazione. Un viaggio che resta dentro, lungo un arcipelago che parla d’amore, creatività e armonia.

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Kyushu: sulle tracce dei samurai

Il tour inizia a Kagoshima, la “Napoli del Giappone”, dove il possente vulcano Sakurajima domina il paesaggio. Una breve traversata in traghetto permette di ammirare questa presenza imponente da vicino, prima di lasciarsi conquistare dalla raffinata bellezza di Sengan-en, uno splendido giardino giapponese affacciato sul mare e patrimonio UNESCO. Qui, il passato si fa tangibile anche attraverso l’esperienza di indossare una vera armatura da samurai, per sentirsi parte della storia.

Kagoshima

Proseguendo verso nord, si raggiunge Kumamoto, città profondamente legata alla figura di Miyamoto Musashi, il più leggendario samurai giapponese. La visita al Museo Shimada permette di ripercorrere la sua vita attraverso oggetti, dipinti e testimonianze rare. Luoghi carichi di spiritualità come il tempio Unganzen-ji e la grotta Reigandō – dove Musashi trascorse i suoi ultimi anni e scrisse Il Libro dei Cinque Anelli – invitano alla riflessione. Si dice che in quest’ultima, immersa tra le rocce, sia possibile percepire ancora oggi la concentrazione silenziosa del samurai autore del celebre trattato sulla strategia.

Kumamoto

Il viaggio si conclude a Fukuoka, nella storica area di Hakata, dove il passato convive armoniosamente con la vivacità contemporanea. Tra templi secolari, artigianato tradizionale e riti shintoisti, si respira un’atmosfera autentica. Il santuario Kushida, cuore spirituale della città e punto nevralgico del festival estivo Hakata Gion Yamakasa, è uno scrigno di leggende e devozione popolare. Poco distante, l’Hakatamachiya Furusatokan accoglie i visitatori con dimostrazioni di antichi mestieri locali, come la tessitura Hakata-ori e la creazione di piccoli giochi in legno.

Imperdibili anche i tre templi storici che raccontano storie di scambi culturali, origini culinarie e devozione: il Tocho-ji, con il suo grande Buddha in legno e il simbolico percorso tra Inferno e Terra Pura; il Joten-ji, legato alle origini di udon, soba e manju; e il Myoraku-ji, un tempo crocevia diplomatico tra Giappone, Cina e Corea.

A concludere questa esperienza di scoperta, una pausa di gusto nella storica casa da tè Mitsuyasu, per assaporare kabusecha (tè verde di alta qualità) e uiro, un dolce giapponese dalla consistenza unica, simbolo di ospitalità e raffinatezza.

Kyushu si rivela così in tutto il suo splendore: una terra dove convivono natura potente, spiritualità profonda e tracce indelebili di un passato glorioso. Un viaggio che parla al cuore di chi cerca l’autenticità del Giappone.

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Fiori rosa in Giappone

I glicini dell’Ashikaga Flower Park

A partire da metà aprile e fino a metà maggio, enormi ombrelli di fiori rossi, viola, gialli e bianchi creano magici giochi di colore e atmosfere da favola. Nel 2014 la CNN ha inserito il parco nella top 10 delle destinazioni internazionali da sogno.

L’attrazione principale del parco è la Great Wisteria, di ben 150 anni, che con il suo tronco massiccio e i rami oscillanti sembra uscita direttamente da una favola. Sembrerebbe che il regista James Cameron si sia ispirato ad essa per l’Albero della Vita presente nel film Avatar. Questo albero è così maestoso (raggiunge i 200 mq in piena fioritura) che la prefettura di Tochigi l’ha dichiarato Monumento Naturale. Alla Great Wisteria si arriva attraversando un tunnel di glicine bianco e giallo lungo 80 metri, un percorso romantico e incredibile… vi sembrerà di essere finiti in un cartone giapponese! Le altre maggiori attrazioni del parco sono tre enormi tralicci di glicine che si estendono per più di 100 mq.

L’Ashikaga Flower Park

La sera il parco è illuminato, e potete camminare sotto i tetti di glicine mentre respirate il loro dolce profumo.  Il periodo migliore dell’anno per poter apprezzare la fioritura dei glicini è a da metà aprile a metà maggio, periodo in cui si svolge il cosiddetto Great Wisteria Festival. Ma il parco è aperto tutto l’anno, e la varietà di alberi e fiori è tale che sa stupire in ogni stagione: fiori di pruno a febbraio-marzo, ortensie a giugno-luglio, fiori di loto da maggio a ottobre, salvia viola a ottobre-novembre e le rose da maggio a giugno e da settembre a novembre. 

L’Ashikaga Flower Park regala sorprese anche in inverno: da ottobre all’inizio di febbraio infatti il parco si illumina grazie a 3,5 milioni di luci calde che lo “accendono” con alcune delle installazioni luminose più belle del Giappone, da novembre dedicate al Natale. 

Durante questi mesi freddi, a “riscaldare” il vostro arrivo ci penserà il personale del parco con un ottimo amazake caldo, bevanda tradizionale analcolica prodotta con il riso fermentato. Potrete poi assaggiare tanti prodotti della cucina locale in una serie di stand e in un ristorante.

Se avete in programma un viaggio in Giappone tra aprile e maggio non potete perdervi una gita all’Ashikaga Flower Park, una vera festa per gli occhi e l’olfatto. 

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